COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI RAVENNA
15 settembre 2021

Testimonianza: Lidia e il Parkinson

Uno sguardo sulla vita con gli occhi di una persona che convive con il Parkinson

Il morbo di Parkinson colpisce circa il 3 per mille della popolazione e circa l’1% di quella sopra i 65 anni. In Italia ci siano circa 400 mila persone colpite e per molte persone questa malattia rappresenta una vera e propria guerra nei confronti della quotidianità e della propria indipendenza.

Mi chiamo Lidia e ho 67 anni e da venti convivo con il Parkinson.
Il Parkinson è una malattia subdola che si insinua silenziosamente nel tuo corpo ed essendo progressiva e  degenerativa non riesci più a liberartene.
Non è facile riuscire ad ottenere in poco tempo una diagnosi certa perché a tutt’oggi non esiste un esame specifico che lo confermi o lo escluda.
Sono un insieme di sintomi che devono suggerire allo specialista la possibilità che ci sia in atto un Parkinson e questi sintomi sono:

  • perdita di espressività del volto;
  • tono della voce sempre più debole;
  • instabilità nell’umore;
  • stitichezza;
  • insonnia;
  • incubi;
  • rigidità;
  • andatura strisciante con piccoli passi;
  • perdita della manualità nei piccoli gesti (infilare l’ago, abbottonarsi, allacciarsi le scarpe ecc.).

Il morbo di Parkinson colpisce circa il 3 per mille della popolazione generale e circa 1% di quella sopra i 65 anni. Si calcola che in Italia ci siano circa 400 mila persone colpite, ma a differenza di quanto si crede comunemente la malattia non è legata all'età avanzata.
Le medicine sono indispensabili e vanno assunte ad orari ben precisi per poter assicurare al proprio corpo una copertura farmacologica ,perché la carenza si fa sentire subito manifestandosi con  blocchi motori o debolezza eccessiva.
Vivere con il Parkinson è una guerra continua che va combattuta ogni giorno per mantenere una qualità della vita accettabile e il più  “normale” possibile.
Mantenersi attivi sia fisicamente che mentalmente è importante quasi come prendere i farmaci.
Bisogna coltivare interessi, socializzare e fare quotidianamente un po’ di movimento.

A questo proposito ho conosciuto al CSI di Ravenna Giulia,  una professionista molto preparata che io definisco “la mia coach” con la quale  due volte la settimana faccio un po’ di esercizi che agli occhi delle persone “normali” possono sembrare banali , ma che vi assicuro che per noi parkinsoniani, non lo sono affatto.
Sento che mi sono d'aiuto anche perchè ogni piccolo miglioramento è un passo avanti per mantenere ancora un po’ di autonomia.

È molto difficile, ma non bisogna arrendersi!


Ecco una mia piccola poesia  “dedicata” al Parkinson

NONOSTANTE TE, AMO LA VITA
NONOSTANTE TE HO APERTO CANCELLI CHE CREDEVO CHIUSI
GRAZIE A TE, MI SONO SCOPERTA MIGLIORE.

Lidia Fabbri

Fonti 
https://comitatoparkinson.it/