COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI RAVENNA
11 gennaio 2021

Relazione del Presidente - Assemblea elettiva dell'11 gennaio 2021

Carissimi,

ci troviamo ad affrontare questo importante passaggio associativo in un momento estremamente difficile, per tutto il Paese e ancor di più per tutte le nostre società sportive.

Non voglio quindi oggi svolgere una mera relazione di quanto è stato fatto, ma voglio porre l’attenzione ovviamente su cosa è stato fatto ma anche sulle necessarie rimodulazioni e su cosa potremmo fare nel futuro. Interpreto quindi questa non come una relazione di fine mandato con grafici e numeri, ma una chiacchierata di transizione tra amici.

 

Il Covid 19 si è abbattuto come un fulmine a ciel sereno su tutti noi, andando a scardinare quelle che erano le nostre certezze e consapevolezze gettandoci in un clima di preoccupazione e di incertezza. La speranza comune è che però ci si stia avvicinando alla fine di questa pandemia, e noi come CSI, oggi più che mai desideriamo esprimere la nostra vicinanza alle società sportive e la voglia di contribuire alla ripartenza.

 

Ci tengo però ad iniziare con il ricordo del compianto Andrea Lami, illuminato dirigente del nostro Comitato e senza il quale non sarei qui, e i cui insegnamenti associativi continuano ancora oggi ad accompagnarmi nel mio servizio.

 

Il mandato

Ci troviamo qui a conclusione di un quadriennio (ormai praticamente un quinquennio) sicuramente molto prolifico, produttivo e che ha portato al CSI di Ravenna numerosi riconoscimenti.

 

L’attività sportiva tradizionale è stata portata avanti con i soliti importanti risultati. Si è consolidata la collaborazione coi comitati limitrofi nel settore Pallavolo e Pallacanestro, il che ha fatto sì che si potessero organizzare campionati di alto livello, vero faro per tutto il mondo amatoriale del nostro territorio. Il calcio ha proseguito la sua attività, con qualche avvicendamento dovuto a ricambio generazionale, ma ha sviluppato anche un settore dedicato all’attività giovanile organizzando tornei con la partecipazione anche di squadre federali.

L’ascolto è stata l’arma vincente: saper cogliere le esigenze delle varie società sportive, magari disattese dai rigidi parametri federali, ha permesso di creare modelli ibridi che però consentono al maggior numero di ragazzi possibile di praticare attività sportiva, che poi è il nostro scopo e la nostra mission.

 

Accanto alla classica attività sportiva però ci siamo dati l’obiettivo di emergere come ente, e ho la presunzione di dire che ci siamo riusciti. In questi quattro anni sono state strette importanti e produttive alleanze con molte realtà del terzo settore del territorio. In primis non si può non menzionare lo sviluppo dell’attività per persone con disabilità intellettivo relazionale. Il riuscire a mettere assieme le varie realtà presenti sul territorio, superando campanilismi ideologici e politici, e diventare l’ente di riferimento per il Comune di Ravenna è sicuramente un vanto che questo quadriennio ci lascia in eredità. Quello che all’inizio era un obiettivo molto ambizioso è diventato piano piano realtà, e le iniziative rivolte a persone affette da disabilità sono diventate la quotidianità, con impegni fissi settimanali, almeno fino allo scoppio della pandemia.

In questo delicato settore ci siamo anche distinti nel campo della formazione. I corsi per operatore sportivo della disabilità hanno registrato numeri impressionanti ed inimmaginabili. Parte di tale successo lo si deve anche a relatori di prima qualità che si sono resi disponibili a prestare la loro opera. Tali relazioni tessute con il mondo cooperativo hanno spalancato anche le porte del mondo del volontariato e del terzo settore. Ad oggi il CSI è una realtà presente e sempre interpellata all’interno del CSV di Ravenna (dal quale siamo stati individuati come ente capofila nella progettazione di rilevanza locale). Abbiamo ottenuto una legittimazione ed un riconoscimento, frutto di anni di sacrificio, che oggi ci garantiscono una grande visibilità e il riconoscimento come punto di riferimento anche a livello extra-territoriale fino ad arrivare al livello nazionale.

 

Le intese però, e anche questa è una novità, sono state anche con gli altri enti sportivi del territorio in particolar modo con la UISP di Ravenna con cui oggi è in vigore una vera e propria collaborazione. Con loro abbiamo anche partecipato a vari bandi per la gestione di impianti sportivi e tale proficua unione di intenti, al di là dell’interesse del proprio ente, consentono di raggiungere una platea maggiore di utenti e di offrire alla collettività di Ravenna un servizio più completo.

 

Anche dal punto di vista della formazione ci siamo distinti: infatti, con la definitiva entrata in vigore del Decreto Balduzzi il nostro Comitato ha offerto corsi BLSD non appoggiandosi ad enti esterni ma formando personale proprio. Ciò ha consentito di creare una politica che, aprendosi anche all’esterno, come con aziende ed imprese, garantisse di poter mantenere i prezzi calmierati per le ASD affiliate e parrocchie, offrendo un servizio praticamente a prezzo di costo. Sono stati tantissimi i corsi erogati, e anche adesso, in piena pandemia l’attività formativa non si è fermata attuando una modalità mista fra attività in presenza e a distanza.

 

Dal punto di vista organizzativo il nostro Comitato ha fatto un passo avanti – anche se forse in ritardo rispetto al necessario – con l’inserimento sia di una nuova dipendente in pianta stabile per l’organizzazione dell’attività sia con l’individuazione di un Coordinatore Tecnico pienamente operativo dopo un interim che sicuramente non era sufficiente.

 

Per quanto riguarda la manifestazione Due Giorni Mare, negli ultimi anni abbiamo rilevato un costante calo delle presenze, derivato da un mancato rinnovamento dell’offerta e dal proliferarsi di eventi sportivi su spiaggia. Avevamo progettato un 2020 di svolta, con una nuova location e una nuova offerta sportiva, ma siamo stati costretti ad annullare l’evento.

 

Un fiore all’occhiello delle nostre attività, in questi anni, è stato sicuramente il CRE On The Beach, che ci ha distinto per diverso tempo grazie all’insuperabile lavoro delle responsabili. Nel 2019 ci siamo purtroppo scontrati anche in questo caso con l’incremento delle offerte in tale ambito.

Fino ad allora le iscrizioni si basavano sul passaparola tra genitori che riconoscevano la validità della nostra offerta, ma la copertura comunicativa di altre proposte – in alcuni casi svolte al limite della decenza – è stata rilevante e si è resa quindi necessaria promozione delle attività più strutturata.

 

L’attenzione riguardante l’aspetto di riuscire a “vendersi” nel migliore dei modi è sempre stato uno dei nostri punti deboli, in ogni ambito. Il nostro interesse si è sempre concentrato nel privilegiare la sostanza più che l’apparenza.

 

Sempre nell’ambito dell’attività sociale ricordiamo inoltre l’insieme dei progetti sportivi e formativi svolti presso la Casa Circondariale di Ravenna, attualmente sospesi, che ci vedono ora anche in questo ambito come interlocutori seri e concreti.

 

Nell’ambito del terzo settore, invece, ricordiamo la nostra collaborazione nel progetto Tell Me Un Fàt – favole della tradizione romagnola raccontate con la comunicazione aumentativa alternativa – promosso da Cacciatori di Idee ODV e che si pone come primo tassello per future collaborazioni in ambito educativo, ludico, motorio.

 

Permettetemi inoltre di ricordare che il progetto Let’s play – che proponeva l’inclusione sociale dei rifugiati politici attraverso lo sport, con allenamenti in varie discipline, corsi di formazione per assistente allenatore e iniziative culturali – ideato dal Csi nazionale e realizzato in provincia di Ravenna dal comitato territoriale nel 2018 è stato selezionato a maggio 2020 dalla Commissione Europea come progetto di successo nell’ambito del bando europeo relativo. Questo aspetto però ci ricorda la grande affidabilità del nostro comitato per progetti diversi da quelli a cui eravamo abituati in passato ma nei quali oggi troviamo posto a pieno titolo – come già ricordato – sia a livello locale sia a più alto livello in collaborazione con la Presidenza Nazionale.

È occasione anche questa di ricordare il progetto S Factor, progetto pilota sperimentale di polisportive sociali svolto nell’anno sportivo 2018/19 che è stato significativo per il nostro Comitato sia dal punto di vista economico – il contributo è stato molto importante – sia per la spinta a strutturare diversamente sia la nostra organizzazione che le nostre attività.

 

La pandemia

Tutte le attività sportive sono state forzatamente sospese da febbraio ad oggi. Rimarco e difendo la nostra linea prudenziale – in diversi casi anche criticata sia dal nostro interno che dall’esterno – ma che ritengo fosse l’unica strada al fine della tutela della sanità pubblica.

 

La data del 23 febbraio 2020 – che rimarrà impressa nella mia memoria per diversi motivi – coincide con la sospensione dei campionati. È però il 6 marzo 2020 il momento più difficile di tutto il mio mandato cui ho sentito sulle spalle il peso della responsabilità, ovvero il giorno in cui anticipai il “lockdown” di tutte le attività di ogni ordine e grado in seno al Comitato e alle società sportive ad esso collegate (che sarebbe stato comunque disposto successivamente a livello normativo). Riporto un passaggio di quella comunicazione: «Sono più che consapevole dell’impatto di queste misure sia sui nostri atleti e le loro famiglie che sui nostri dirigenti e sui nostri tecnici chiamati a sacrifici non indifferenti, anche di tipo economico. Ma non possiamo tirarci indietro nel nostro ruolo di attori della società civile.» Ero consapevole cosa significava per i nostri ragazzi stare lontani dallo sport, ero consapevole delle gravi difficoltà economiche a cui sarebbero andati incontro i lavoratori dello sport – ed è stato questo il mio più grande peso – ma ero ancor più consapevole del fatto che il balletto dei rinvii era inutile e che la cosa sarebbe andata avanti per un tempo decisamente più lungo.

E permettetemi un plauso verso il personale dipendente: mentre cercavo le parole giuste per comunicare loro la scelta di aderire alla cassa integrazione in deroga hanno dimostrato un fortissimo senso di appartenenza anticipandomi loro la questione, non tirandosi mai indietro in ogni cosa e sopportando successivamente il mio caos mentale ad ogni ora del giorno e della notte.

 

Tutte le Commissioni Tecniche, supportate dal Coordinatore Tecnico, in ogni modalità e con ogni strumento hanno valutato le possibilità giuste per un’eventuale ripartenza restando vicine alle società sportive in un continuo confronto. Potevamo fare di più? A posteriori mi sento di dire che in alcuni casi sì e in alcuni casi no, ma nessuno di noi – io per primo – era pronto per gestire questa situazione straordinaria e abbiamo cercato di fare meglio che potevamo.

Purtroppo non possiamo dimenticare i ritardi e i continui rinvii delle istituzioni pubbliche, ad ogni livello, che non hanno fatto altro che complicare e rallentare tutti i ragionamenti e i relativi confronti. Ma che però poi si sono trovate pronte – come avvenuto per i centri estivi – ad emettere i voucher per l’attività sportiva dei ragazzi (anche se in moltissimi casi ad oggi non ancora usufruiti data la prolungata sospensione delle attività).

 

Abbiamo comunque cercato di svolgere attività all’aperto (principalmente in ambito wellness) per continuare a mettere sul piatto un’offerta sportiva e motoria per persone di ogni età, senza guardare al risultato economico ma solo con lo scopo di non interrompere del tutto l’attività. Ricordo i progetti – svolti in collaborazione con le società sportive Gym Academy e Ravenna Runners Club e con tecnici sia nostri che provenienti da altre società sportive – Ravenna Park Training, Gym Academy Open Air, Ravenna Basketball Academy, Plogging Day, Nordic Walking Bassa Romagna, Giochiamo insieme, … che hanno portato alla costituzione di un gruppo di lavoro permanente per lo sviluppo futuro di tali attività (che in alcuni casi stanno continuando anche oggi).

 

In ambito formativo nel corso del 2020 era stato previsto un rinnovamento dell’offerta a 360°, che dopo un primo momento di incertezza legato alla pandemia è ripartito con le modalità a distanza a cui oggi siamo tutti abituati: ricordiamo il corso per operatori fitness; quello per operatori ludici; incontri tematici legati a temi specifici tra cui la nutrizione, la composizione corporea, l'importanza del movimento e dell’attività motoria come mezzo di prevenzione e di cura del malessere psico-fisico; i corsi per allenatori (anche in collaborazione con altri comitati CSI della nostra regione); il corso tematico Safe per la promozione della policy a tutela dell'infanzia e dell'adolescenza.

 

Dobbiamo inoltre dare atto di una ritrovata collaborazione associativa tra i vari livelli: spesso i Comitati sono chiusi in sé stessi ma questo periodo è servito a mettersi in rete per cercare di reinventarsi e di offrire comunque qualcosa alle società sportive e ai nostri tesserati. Ricordiamo tra tutti il progetto legato agli esport con i comitati di Modena e di Firenze e i progetti formativi con Modena e con Forlì, oltre al continuo confronto tra tutti i comitati della regione stimolato e condotto dal nostro Presidente Regionale.

 

Un passaggio va inoltre riservato al tema dei Centri Estivi: oltre a cercare di dare continuità nella nostra offerta – seppur rimodulata – e sperimentando nuove attività che potranno essere poi riproposte in futuro, abbiamo cercato di diventare interlocutori privilegiati nei confronti di tutti gli stakeholder affinché si potesse raggiungere l’obiettivo di offrire un’attività in piena sicurezza.

Ricordo l’adesione al progetto Oasi 31; la tavola rotonda tenutasi con il Sindaco di Ravenna e con il Presidente della UISP che ha ottenuto un’audience oltre le aspettative; la partecipazione a tavoli di lavoro in cui sono stato personalmente coinvolto per tutto ciò che riguardava l’aspetto normativo e organizzativo.

Ma non possiamo parlare di CRE senza ringraziare tutti coloro che hanno lavorato con enorme fatica – a partire dalle responsabili per arrivare a tutti gli operatori – affinché le nostre attività venissero svolte nel migliore dei modi: senza di loro non ce l’avremmo fatta e a loro va tutta la nostra riconoscenza.

Ricordo anche il progetto Lavoretti divertenti e gustosetti che durante la primavera ci ha permesso di rimanere vicino ai nostri bambini offrendo loro la possibilità di svolgere dei laboratori online in attesa di poterli incontrare di nuovo nei nostri CRE (Cre On The Beach – Tiritera at School, Sport in action, Gym Cre).

Purtroppo non tutte le realtà del nostro territorio hanno rispettato le normative imposte per la sicurezza dei nostri bambini, e non mi sono fatto scrupolo di segnalare tutto ciò che era non solo contro le direttive ma contro il buon senso.

Ma va infine ricordata la lungimiranza e la presenza concreta degli enti locali che hanno economicamente permesso di poter svolgere le attività senza gravare eccessivamente sulle famiglie, considerato l’aumento dei costi dovuto alle nuove indicazioni finalizzate alla prevenzione.

 

Per quanto riguarda l’attività rivolta alle persone con disabilità, è stata approntata una rimodulazione che non può assolutamente sostituire l’attività fatta fino a febbraio ma che ha permesso ai nostri atleti, grazie all’insostituibile aiuto degli educatori, di svolgere attività a distanza (progetto Adesso Atletici @home) o nei propri centri a piccoli gruppi (progetto Sport al Centro), offrendo inoltre delle schede di lavoro e del materiale tecnico/sportivo da distribuire in questi ultimi affinché si possa comunque mantenere alta l’attenzione sull’aspetto dell’attività motoria in attesa di una ripartenza vera e propria.

Ricordo inoltre il contest #iocorroacasa #correndosenzafrontiere, che prevedeva una sorta di “virtual run” rivolta agli atleti con disabilità che ha ricevuto l’appoggio anche del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

In questo ambito abbiamo comunque svolto alcuni incontri online e tavole rotonde sul tema e riproposto i percorsi formativi relativi, anche se ovviamente a distanza.

 

Non possiamo inoltre non ricordare il rilancio di tutte le attività di comunicazione (necessario, come già riportato), già strutturate dall’anno sportivo 2019/20 tramite il supporto di professionisti esterni, che ci hanno permesso di tenere alto il nome del CSI di Ravenna sia a livello locale con una continua presenza sui social network e sulle testate giornalistiche sia a livello nazionale con diverse apparizioni sugli house organ della Presidenza Nazionale. Trend che dovremmo mantenere anche per il futuro.

 

Il futuro

Innanzitutto deve essere chiaro il rispetto delle regole. In questi mesi abbiamo letto e sentito cose inimmaginabili. È giunta l'ora che chi cerca di infrangere le regole o di trovare escamotage per un mero interesse economico (per non parlare di concorrenza sleale) che nulla ha a che vedere con i valori dello sport e l'importanza che ha nella crescita dei nostri ragazzi venga individuato e debitamente punito. Altrimenti si rischia di fare tutta l'erba un fascio.

Per fortuna non siamo tutti uguali. Noi in ogni fase abbiamo mantenuto un approccio serio e rispettoso delle norme con grande coraggio e senso di responsabilità: confidiamo che questa serietà di intenti possa far capire cosa significa aderire ad un Ente di Promozione Sportiva che lavora per lo sport, non che lo sfrutta per i propri interessi. E ci adopereremo – come già fatto – affinché le norme vengano rispettate da tutti.

 

Non credo inoltre che sia questo il luogo e il momento per discutere di tutte le problematiche che sta affrontando lo sport a livello centrale per quanto riguarda DPCM, normative, riforme, rapporti con CONI, con le FSN e con gli altri EPS. Tutte questioni importanti e complesse che sicuramente impatteranno anche sulla nostra attività, ma che sono ovviamente seguite e gestite dalla Presidenza Nazionale nell’interesse delle nostre società sportive e che avremo modo di affrontare quando saranno definitive e ben delineate.

Considerato anche la stagione elettorale amministrativa che ci apprestiamo a vivere non ritengo inoltre opportuno affrontare tematiche inerenti al rapporto con le amministrazioni comunali: su questo tema credo che nel prossimo periodo sarà utile individuare nei giusti tempi momenti e strumenti idonei allo scopo. Ma sicuramente il CSI dovrà essere parte attiva nei processi politici orientati allo sport, non per una mera presenza “da salotto” ma come interlocutore responsabilmente propositivo e critico con unico fine il bene della collettività.

 

La sfida principale per il prossimo futuro sarà quella di individuare e offrire le giuste modalità per la ripartenza dell’attività delle nostre società sportive affinché possano continuare a svolgere il proprio servizio sul territorio. La riflessione è in corso da diversi mesi, ad ogni livello, e non è detto che il futuro ci riservi un modello sportivo identico a quello al quale eravamo abituati.

Citando la relazione del Presidente Guizzardi in occasione dell’assemblea del 2016 «Il passato, il presente e il futuro del CSI sono nella attività sportiva. Non basta dire che essa è il principio generativo della nostra vita associativa. Occorre organizzarla e promuoverla nel concreto. La presidenza provinciale può costruire le condizioni migliori perché le società sportive possano realizzare il progetto sportivo educativo dedicato alle persone. L’attività sportiva è il cuore della proposta educativa del CSI, lo strumento attraverso il quale la società sportiva si trasforma in avamposto e sentinella di incontro, di accoglienza, di integrazione, di partecipazione. […] Una comunità che vive di “copia e incolla” è una comunità che tende a spegnersi e a non fare passi in avanti verso il prossimo.».

 

Onestamente è difficile tracciare ora una proposta dettagliata per il futuro, ma ritengo giusto individuare alcuni punti su cui focalizzare l’attenzione.

 

  • Supporto alle società sportive per la ripartenza, analizzando le azioni necessarie (che non devono essere meramente di tipo economico) e ponendole in atto in base alle potenzialità del Comitato.
  • Rilancio e rimodulazione dell’attività sportiva, ascoltando le richieste delle nostre società sportive ed ottimizzando il lavoro delle Commissioni Tecniche, cogliendo anche le nuove esigenze sempre in evoluzione del mondo sportivo riguardanti anche gli sport individuali.
  • Terzo settore, promozione sociale, sport per tutti, implementando le relazioni già in essere e concretizzandole sempre di più per costruire un’offerta sempre più ampia ed efficace per ogni tipologia di utenza (ovvero ciò che si può racchiudere nel concetto di sport di cittadinanza).
  • Percorsi formativi qualificanti, non per offrire un “diplomificio” ma per evolvere i percorsi formativi già esistenti e per crearne di nuovi (come ad esempio quello rivolto agli operatori dei centri ricreativi).
  • Integrazione col sistema sportivo scolastico, grazie ad un ritrovato dialogo nell’ultimo periodo con l’ufficio scolastico provinciale nell’ottica di azioni legate al drop out sportivo e all’aggiornamento degli insegnanti.
  • Sport, turismo, ambiente, cultura, per rilanciare e rimodulare eventi sportivi principalmente estivi, primo tra tutti la Due Giorni Mare, anche uscendo dai confini ai quali siamo abituati.
  • Organizzazione di attività estive, sia a livello sportivo sia implementando l’offerta dei centri ricreativi, creando anche in questo ambito offerte diversificate vocate anche all’attività motoria senza tralasciare gli aspetti educativi riflettendo sulle esigenze dei bambini a seguito del lungo stop forzato.
  • Rapporti con il mondo ecclesiastico, con una rinnovata attenzione agli oratori e alle attività sportive a loro rivolte e con il lancio di una nuova progettualità assieme al Servizio tutela minori legato al Progetto Safe della Presidenza Nazionale.
  • Impiantistica sportiva, che rimane ad oggi forse una delle cose “incompiute” del nostro Comitato ma sulla quale dobbiamo mantenere alta l’attenzione.
  • Incremento delle risorse umane, sia inserendo nuove persone sia coinvolgendo quelle già presenti, anche considerando investimenti di tipo economico.
  • Comunicazione e promozione delle attività, rendendo in forma stabile le attività fino ad oggi svolte e sperimentate ed implementandole nel modo più efficace, con i dovuti investimenti.

 

Oggi comunque nessuno può avere la sfera di cristallo per sapere cosa ci riserverà il futuro. Come dissi il 16 aprile 2016 «il miglior modo di prevedere il futuro è crearlo, e la strada migliore da seguire è quella di crearlo insieme.»

 

Non è il momento della disperazione, dello sconforto, del pessimismo.

 

È questo il momento di essere protagonisti del cambiamento e di scrivere assieme questo nuovo capitolo della storia dello sport.

L'Angolo del Presidente

Relazione del Presidente - Assemblea elettiva dell'11 gennaio 2021

Alessandro Bondi

Presidente CSI Ravenna-Lugo