COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI RAVENNA
17 aprile 2016

Al futuro servizio dello sport di cittadinanza

Con questo mio intervento voglio esporvi quello che intravedo nel futuro del nostro Comitato: idee che saranno poi le linee guida che seguirò nel mio cammino di servizio come Presidente, al quale sono stato chiamato dopo il paziente lavoro di accompagnamento svolto dai miei predecessori e dagli altri dirigenti in questi anni.
Con la speranza che siano stati bravi.

Centralità dell’attività sportiva

Il nostro “Progetto culturale sportivo” inizia con questa frase: «L'attività sportiva è il “principio generativo” della vita associativa del CSI». Poco dopo ci ricorda che «non è soltanto un settore d'impegno dell'Associazione ma la sua struttura portante, il cuore della sua proposta educativa» in quanto in essa «si realizza il “principio informativo” del CSI, che è educare nel fare sport».

Quello che noi facciamo ogni giorno all’interno del CSI deve quindi intendersi come propedeutico per il nostro servizio di educazione attraverso lo sport. Al CSI si fa sport!

Preparazione e formazione degli operatori associativi

Questo principio quindi deve essere ben chiaro nella mente di tutti gli operatori che ruotano attorno alle nostre attività, per i quali (a partire da noi stessi, da me stesso) è necessario prevedere un percorso formativo associativo continuo rivolto non solo ai “quadri dirigenti” ma calato nella realtà di ogni persona che indossa la casacca del CSI – o quella delle società sportive affiliate – nel prestare il proprio servizio.

Attenzione verso le vuole proposte sportive

Dobbiamo essere bravi a cogliere le esigenze del mondo sportivo ad ampio raggio, nuove o vecchie che siano, per accrescere il nostro lavoro esemplare orientato a fare in modo che rimanga un mondo «intriso di valori umani, di comportamenti, di stili di vita, tali da qualificare e sostenere progetti sportivi significativi» senza che esso venga ceduto al consumismo. Esigenze che «il CSI promuove (attraverso) una pluralità di proposte sportive rivolte a tutte le fasce di età e a tutte le categorie»: pertanto, senza abbandonare l’attuale, portiamo attenzione verso attività sportive diverse dalle nostre abituali (sia di squadra sia individuali) variegando l’offerta sportiva per fasce d’età a partire dall’attività giovanile per arrivare a quella della terza età, senza dimenticare nessuno.

Centro di formazione e di educazione

Questa offerta variegata deve necessariamente includere anche progetti in ambito formativo ed educativo, affiancando all’attività prettamente tecnica tutti quelle iniziative di divulgazione/informazione/formazione su temi complementari che sono parte integrante di chi opera ogni giorno nel mondo dello sport, al fine di elevare la reputazione del CSI quale ente di formazione a 360 gradi.

Sport di cittadinanza

Tutto questo va annoverato nell’ambito del concetto di sport di cittadinanza, per adempiere appieno al riconoscimento del ruolo sociale che lo sport svolge grazie alle nostre società di base, che comprende:

  • Formazione, intesa come educazione che accompagna il cittadino nell’arco della propria vita;
  • Prevenzione nei confronti dei danni derivanti dagli stili di vita non corretti;
  • Inclusione e coesione sociale, una grande sfida per tutta la società civile;
  • Educazione alla democrazia, alla legalità, al rispetto, alla responsabilità, al senso della collettività.

Rapporti con i portatori di interesse

Oltre ai percorsi associativi interni, per raggiungere questi scopi è necessario rendere sempre più solidi i legami con i nostri portatori di interesse (in primis società sportive, Chiesa locale, istituzioni, agenzie educative, mondo dell’associazionismo), essendo anche bravi e pronti a scorgerne di nuovi, per diffondere nella realtà locale – e non solo – la nostra attività, i nostri princìpi e i nostri lavori.

Un impegno attento, particolare e credibile va rivolto nei confronti della Chiesa locale, grazie anche all’apprezzamento che l’Arcivescovo ha evidenziato nei nostri confronti e alla rinnovata progettualità condivisa con la Pastorale Giovanile per il perseguimento degli obiettivi comuni.

Anche le collaborazioni, gli scambi di buone pratiche e di risorse e le progettualità condivise con gli altri Comitati CSI devono assumere un ruolo fondamentale della vita della nostra Associazione.

Ricordiamoci inoltre che stiamo attraversando una stagione di rinnovo degli organi di governo delle Amministrazioni locali, con le quali dovremmo mantenere un rapporto basato sul rispetto reciproco e all’ottenimento di risultati concreti, ma rimanendo sempre pronti ad essere stimolanti nelle scelte di politica sportiva orientate in primis al benessere di noi cittadini.

Comunicazione

Sopra tutto quello detto finora ricade anche un lavoro certosino e scrupoloso che deve essere svolto nell’ambito della comunicazione verso l’esterno (e verso potenziali nuove società sportive), affinché tutti vengano a conoscenza delle nostre eccellenze per guadagnare il giusto credito e prestigio (senza cadere nello spirito di protagonismo). “Fare bene e farlo sapere” è una vecchia ma sempre attualissima legge valida nelle dinamiche di mercato. Il nostro servizio non deve limitarsi a essere impeccabile ma deve essere anche conosciuto e ben compreso: la sua efficacia è fortemente condizionata e subordinata, sotto molteplici aspetti, dalla sua visibilità e dalla sua reputazione.

Volontariato e lavoro

Dobbiamo quindi «impegnare la nostra intelligenza, la nostra vocazione di educatori, la nostra esperienza sapiente al fine di trovare vie, metodi, tempi e opportunità per raggiungere il grande obiettivo di umanizzare lo sport». Mentre da un lato l’apporto del volontariato deve rimanere, com’è stato fino ad oggi, la colonna portante del nostro Comitato, dall’altro il momento storico richiede delle attente riflessioni sulla professionalizzazione – intesa da un punto di vista contrattuale e che non deve essere vista come una scorciatoia per evitare di ricercare nuovi volontari o per non qualificare quelli esistenti – di alcune figure chiave e concrete che possano essere di supporto all’attività corrente ma che debbano anche cercare nuove strade e nuovi interlocutori per la nostra missione sportiva. Vista la complessità di pro e contro al riguardo, le nostre analisi e le nostre scelte devono essere ben ponderate e predisposte con i tempi giusti senza dover procedere nella fretta di un’eventuale urgenza.

Attività economiche

Queste visioni da me esposte hanno però un costo in denaro. Se è vero che «ogni investimento sul fronte educativo-formativo è sempre improduttivo per quanto riguarda il guadagno economico» dobbiamo avere a disposizione la liquidità necessaria per mandare avanti l’attività, per pagare sede – inteso come utenze, manutenzione, rinnovo dei locali – e fornitori e far fronte agli stipendi del personale.

Abbiamo la fortuna di non dover effettuare un’ulteriore spending review sul nostro bilancio, in quanto l’opera di sensibilizzazione al riguardo è stata svolta in maniera proficua e ha portato ad ottimi risultati. Non possiamo d’altro canto pensare di utilizzare le società sportive e chi fa sport come bancomat da utilizzare in tempi di crisi, anche se non dobbiamo avere paura di chiedere con equità le giuste tariffe per il lavoro che svolgiamo (quando possibile, data anche la quantità di lavoro che svolgiamo con fini sociali).

Credo che le riflessioni e gli interventi al riguardo debbano riguardare – in maniera non esaustiva – i seguenti ambiti che potrebbero portare introiti da reinvestire nelle varie attività istituzionali:

  • Incremento della base associativa e dell’attività sportiva (come ho già evidenziato, sia di squadra che individuale), anche con attività di promozione rivolte a singoli settori: più società e più tesserati significano maggiori entrate, così come dovrebbe significarlo anche una maggior attività svolta;
  • Organizzazione di eventi sportivi paralleli all’attività istituzionale e che includano anche progetti relativi al collegamento tra sport e turismo;
  • Servizi formativi, facendo seguito a quanto espresso precedentemente sul settore formativo-educativo: questo aspetto potrebbe essere di ardua comprensione comune in quanto non abbiamo mai spinto al riguardo, ma è una sfida da raccogliere;
  • Fund raising e bandi a fondo perduto promossi da Istituzioni e Fondazioni: abbiamo ottenuto buoni risultati con impegni sporadici, quindi una continuità al riguardo non può che portare risultati migliorativi (e, di conseguenza, potenziare le nostre competenze sulla progettualità sportiva).
  • Impiantistica sportiva: diverse volte abbiamo parlato di un impianto di proprietà (ma per varie congiunzioni astrali questi discorsi si sono sempre fermati allo stadio embrionale) e prima di passare alla storia come il Presidente che ha firmato un mutuo per una struttura sportiva occorre forse la più complessa – ma opportuna – analisi tra tutte.

Ci sono soggetti privati e competitor che lavorano in questi cinque ambiti quotidianamente e non capisco il motivo per il quale noi non dovremmo entrare in tali circuiti con le opportune valutazioni del caso: visto anche il successo che raccoglie chi a volte improvvisa, credo che non dovremmo soffrire di alcuna crisi di inferiorità.

Squadra e deleghe

L’ultimo punto – ma non per importanza – di questa disamina riguarda la nostra squadra. Oggi siamo chiamati ad eleggere i nuovi organi associativi, che dovranno poi rinnovare tutti gli incarichi all’interno del Comitato. Tengo a precisare che non è mia intenzione quella di effettuare “rottamazioni” a pioggia o di lavorare come un padre padrone accentrando a me ogni aspetto della vita del nostro Comitato: lo è invece quella di rinnovare la responsabilità e la condivisione di ogni struttura e di ogni persona che opera al nostro interno – per quanto ne compete – attraverso anche un adeguato sistema di deleghe (che andrò ad assegnare una volta chiare per tutti le necessità, le competenze e le disponibilità relative).

Questa squadra complessa, che sarà chiamata anche a momenti di conoscenza e condivisione reciproca, sarà composta non da “nomi in una casellina” ma da chi sarà pronto a dare il proprio apporto per raggiungere quei «risultati (che) aiuteranno a dare un’anima alle attività, a correggere aspetti fuorvianti, ad eliminare con coraggio ogni tipo di proposta sportiva che non avesse a che fare con i principi ispiratori dell'Associazione».

Il futuro

Credo che a questo punto la mia esposizione possa ritenersi conclusa. Sicuramente avrò omesso diversi aspetti fondamentali (un po’ per non esagerare coi tempi, un po’ per dimenticanza), ma sono sicuro che gli organi associativi e i dirigenti delle società sportive, chiamati anch’essi a prestare servizio in modo sempre più proficuo, saranno in grado di richiamare la mia attenzione su tali mancanze.

Prima di firmare il foglio di candidatura nella mia testa si rincorrevano tantissime domande che avevano a che fare con “quello che verrà”, ma quando ho preso la penna in mano le ho messe un attimo da parte: dopotutto «il miglior modo di prevedere il futuro è crearlo», e la strada migliore da seguire è quella di crearlo insieme.

 

Grazie a tutti, per quello che avete fatto, e per quello che farete.

L'Angolo del Presidente

Al futuro servizio dello sport di cittadinanza

Alessandro Bondi

Presidente CSI Ravenna-Lugo